Per impiegare i materiali riciclati della Matrix Family e destinarli a terzi, Officina dell’Ambiente deve fornire dati scrupolosi sulla composizione chimica dei prodotti finali e sull’iter dei processi produttivi di trattamento dei rifiuti. La scienza è l’innovazione sono sempre stati i pilastri alla base della visione circolare di Officina dell’Ambiente. Approfondiamo questo aspetto fondamentale del successo di Oda con il Dott. Michele Cantoni, il chimico responsabile a capo del laboratorio di analisi interno allo stabilimento di Lomello, che esegue periodicamente le analisi di controllo e verifica sui prodotti Matrix in uscita, circa la loro composizione minerologica, la granulometria e la compatibilità ambientale

Dott. Cantoni, perché un laboratorio in ODA?

Il laboratorio interno all’azienda permette di avere un controllo in tempo reale della qualità del materiale che produciamo, il Matrix. Il possesso del marchio CE e di tutte le altre certificazioni di prodotto richiede un numero molto elevato, praticamente quotidiano, di controlli analitici che si possono svolgere solo possedendo un laboratorio adiacente ai reparti produttivi.

I controlli per la produzione e per la tutela ambientale: quali sono? E perché si fanno?

I controlli per la produzione includono il monitoraggio costante delle scorie in ingresso allo stabilimento poiché esse costituiscono la materia prima per la produzione del Matrix. Mentre i controlli sul Matrix includono tutti i parametri richiesti dalle cementerie e dagli altri clienti manifatturieri e sono specifici settore per settore. Dal punto di vista ambientale invece, come previsto dall’AIA di Officina dell’Ambiente, sono costantemente monitorate le emissioni nei comparti aria, acqua, rumore. Questo include controlli periodici sulla concentrazione di polveri ai camini di abbattimento, sulla qualità delle acque reflue scaricate dal depuratore interno, sulla qualità delle acque sotterranee all’interno dello stabilimento, sulle emissioni di rumore ad opera dei macchinari produttivi

Le scorie RSU: un percorso scientifico di valorizzazione: anni di studio e sperimentazione, uniche in EU: ci racconti?

Le scorie proveniente dall’incenerimento dei RSU presentano caratteristiche peculiari che le rendono adatte alla valorizzazione negli impianti di cementeria: sono disponibili in grandi quantità; sono praticamente assimilabili ad un minerale di estrazione; la loro provenienza ne garantisce una notevole costanza qualitativa che è il requisito fondamentale per la realizzazione di un processo produttivo su scala industriale. La possibilità di utilizzo delle ceneri da incenerimento da RSU come marna artificiale per la produzione di cemento è nota dagli anni ’90. Tuttavia le scorie presentano corpi estranei e grossolani per cui sono necessari grandi impianti dedicati al recupero ed alla predisposizione di un EoW come il Matrix più facile da gestire presso gli utilizzatori. La possibilità di utilizzo del Matrix come aggregato di origine industriale in altri comparti dell’industria edilizia come nella realizzazione delle opere stradali (nei misti cementati e nei conglomerati bituminosi), nei calcestruzzi preconfezionati e nei manufatti cementizi per l’arredo urbano, nelle malte, ecc, è molto meno diffusa. Anzi, in molti casi il percorso di ricerca che ci ha portati a dimostrare la fattibilità di utilizzo del Matrix in questi comparti rappresenta un caso unico. La richiesta sempre più pressante di materiali per l’edilizia di origine industriale ci rende tra i pochi prodotti disponibili sul mercato per applicazioni dove è richiesta una quantità minima garantita di materiali riciclati.